Cosa succederebbe se non potessimo distinguere la natura di chi dialoga con noi?

Finora è stato uno dei temi più affascinanti della science fiction.
Oggi ci dobbiamo porre delle domande.

Stamattina Alexa ha raccontato una barzelletta e non faceva ridere.
Eppure è stato divertente, perché il suo tentativo di esprimere senso dell’umorismo – qualità totalmente umana – è stato un esperimento così goffo e improbabile da rivelarsi comico.

Tutti noi sappiamo che Alexa è un computer, ecco perché alcune sue risposte ci fanno ridere (o almeno sorridere). Ma cosa succederebbe se non lo sapessimo e se il suo modo di dialogare con noi fosse più evoluto, tale da simulare una vera e propria conversazione, che si arricchisce ad ogni scambio e sembra addirittura esprimere opinioni e idee proprie?

Benvenuti nell’era dell’Intelligenza Artificiale applicata ai sistemi di chatbot conversazionali e incrementali.

 

Dobbiamo rallegrarci di questo oppure preoccuparci?

Noi stiamo osservando che, negli ultimi mesi, è cresciuta molto la preoccupazione riguardo tutto il tema dell’AI, nonostante si tratti di una tecnologia ampiamente diffusa già da diversi anni. Ma il fatto che sia entrata in modo così prepotente in sfere tipicamente umane come la conversazione, lo scambio di opinioni e la creatività sembra essere un elemento destabilizzante.

Perché l’idea che una macchina si sostituisca all’essere umano spaventa, soprattutto se dialoga, argomenta e comunica proprio come un essere umano.

Il problema, dunque, non è legato all’intelligenza artificiale in sé, ma alla comunicazione artificiale.

Riconoscere una macchina per quello che è ci aiuta a mantenere più attivo il nostro senso critico. Ma se così non fosse, bisognerà porsi molte domande su come rendere sicuro un sistema di dialogo con una macchina, verificando le fonti e la logica con cui il sistema sceglie, tra un’enorme quantità di dati, quale utilizzare per procedere nella conversazione con l’utente.

Noi ci stiamo interrogando su questo. Ci stiamo ragionando e ci stiamo lavorando. Nel nostro nuovo articolo, vi raccontiamo un po’ di queste riflessioni e dei progetti che stanno nascendo.

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